Bullismo, un fenomeno che allarma sempre di più. È di ieri l’ultimo caso di bullismo finito sulla stampa. In provincia di Caserta un quindicenne è stato quasi strangolato da tre suoi coetanei. I tre bulli lo avevano preso di mira da tempo, infliggendogli umiliazioni giornaliere e ieri sono arrivati addirittura a mettergli le mani al collo rischiando di ucciderlo. Il caso è molto grave e per questo è finito sui giornali e sui TG e i tre aggressori sono stati arrestati con l’accusa di tentato omicidio.
Ma, purtroppo, molto spesso i soprusi a cui sono costretti dei ragazzini non arrivano neanche alle orecchie di mamma e papà, i ragazzini si sentono umiliati e cercano di tenersi tutto dentro, subiscono e tacciono. A volte, per il genitore, è molto difficile rendersi conto di ciò che sta accadendo, nell’adolescenza i ragazzi tendono a chiudersi in se stessi o perlomeno tendono a escludere i genitori come possibili confidenti. Sta sempre alla vigile attenzione del genitore rendersi conto dell’esistenza di un reale problema o perlomeno, nel dubbio, di cercare aiuto per capire se il problema è presente.
Nella professione di investigatore privato capita spesso di indagare su casi di violenze. Come abbiamo già avuto modo di dire, senza le prove della violenza le forze dell’ordine non possono intervenire e poi sui giornali si legge di donne assassinate da ex mariti o ex conviventi. Nei casi di bullismo la situazione è ancora più delicata e pericolosa, visto che si parla di bambini o adolescenti che subiscono violenze da altri adolescenti! Ma se ancora non si riesce a fermare un fenomeno tanto grave è però necessario cercare di arginarlo. E, come sconsiglio sempre, è meglio evitare il “fai da te”, si rischierebbe di trovarsi in situazioni spiacevoli, nelle quali è difficile agire con razionalità, meglio rivolgersi a chi, grazie alla propria professione, può indagare e presentare prove per far finire in carcere questi “piccoli” delinquenti.