Il tempo di Martedi 30 gennaio 1996
Chi ha messo quella cimice rischia cinque anni
Gli investigatori privati << E’ soltanto una montatura>>
<<ESCLUDO a priori che a piazzare la cimice al bar possa essere stato un’ investigatore privato>>. A gettare acqua sul fuoco della discussione spetta al generale Giancarlo Servolini, presidente nazionale della Federpol, la federazione degli investigatori privati, chiamati in causa dai “segreti di cappuccino”. <<Purtroppo siamo alle solite: quando non c’è nulla da scrivere si lavora sempre di fantasia. E chi ne fa le spese? Gli investigatori privati, naturalmente. Si è detto addirittura che la cimice in questione sia del tipo istituzionale in dotazione alle forze dell’ordine. Ma che vuol dire? Non esistono prototipi di microspie in dotazione. Semmai la si sceglie in base al tipo di prestazione che si vuole ottenere. E poi per ricorrere a certi mezzi è necessario l’ordine scritte dal magistrato. <<Come presidente della Federpol – promette il generale Servolini – posso assicurare una cosa: prenderemo posizione contro chi ci accusa ingiustamente. E’ ora di finirla: prima il disegno di legge che ci uccide, ora questa storia della cimice. A noi la guerra tra le lobbies non interessa. Non vorrei che a mettere quella microspia fosse stato proprio un giornalista>>. << Ma quale cimice? – ribadisce Giancarlo Alunno, segretario nazionale della Federpol – è contro ogni principio deontologico di un buon investigatore utilizzare delle microspie, anche perché trattasi di un gioco che non vale quasi mai la candela: si rischiano sei anni di carcere! L’ istallazione di “pulci” è illegale e il codice penale prevede la condanna fino a cinque anni di reclusione, con l’aggravante di un anno se il colpevole è un investigatore privato. Tra i nostri compii, semmai, rientra quello dell’operazione di bonifica ambientale, cioè controllare se il nostro cliente sia soggetto a controlli>>. Quanto costa questa operazione? << Dipende dalle linee telefoniche ( se si tratta di una caso di uno studio per esempio) e da tanti altri fattori. Comunque il prezzo oscilla intorno al milione e mezzo di lire>>. << Non credo assolutamente a questa storia – confessa il detective Elio Petroni – mi sembra tanto una montatura. Installare una cimice di nascosto non è semplice, se poi consideriamo che il luogo in questione è un bar mi sembra quasi superfluo continuare a parlare di questa storia. Addirittura si è parlato di un’autonomia di oltre 170 ore consecutive: un’autentica farsa. Una microspia più è piccola e più è alle prese con l’autonomia. Senza poi considerare la qualità della registrazione che si ottiene all’interno del bar e la distanza tra il luogo spiato e il ricevente. Per un’ottima ricezione occorre stare molto vicini alla cimice. E poi come si può pensare che i magistrati al bar parlino dei segreti istruttori. Chi ha piazzato la cimice – ammesso ch non sia stato, come suppongo, un buontempone – doveva essere sicuro che quel determinato posto fosse frequentato (e riservato) dalle stesse persone da spiare>>>.