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Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè

Cosa ci dice la legge 104 rivolta ai soggetti che hanno bisogno di avere un supporto per la propria disabilità e dove si ritrova addirittura l’Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè?

Come mai c’è un Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè specializzato nel vigilare o scoprire coloro che abusano di tale aiuto? Al pari di tante altre leggi che hanno delle agevolazioni chiare, che sono rivolte per un sostegno diretto ai soggetti che hanno delle difficoltà fisiche o mentali, che nascono in situazioni di disabilità oppure ci diventano con il tempo, vediamo che ci sono i cosiddetti “furbetti” che tendono ad usare un diritto che non gli appartiene.

Infatti molte aziende, raggiunti una somma di dipendenti, hanno l’obbligo di assumere o dare occasione a persone che hanno evidenti difficoltà. Altre volte invece ci sono aziende che puntano su dei dipendenti che hanno delle qualifiche particolari, ma che sono invalide. Questo perché hanno la necessità di avere dei lavoratori che sono altamente qualificati, senza avere la necessità di un supporto che sia poi fisico.

Ora non andiamo a “micragnare” su quali sono le realtà lavorative, ma vediamo che nella società e soprattutto nel codice civile si sono strutturare delle “regole” che vanno ad essere utili proprio in base ai casi specifici. Le persone che hanno delle disabilità possono essere molto giovani, avere malattie ereditarie o nascere con problemi e difetti fisici, però è anche vere che ci sono soggetti che diventano disabili a causa di incidenti (molti dei quali avvengono sul luogo di lavoro), altre volte invece si acquisiscono delle malattie professionali oppure che sono date dall’avanzare dell’età. In questi casi, per evitare che ci siano delle aziende o datori di lavoro che vadano a licenziare questi dipendenti o a sfruttarli in modo non consono, è stata ideate la Legge 104. Essa ha dato delle garanzie ed oggi è stata estesa perfino ai familiari che hanno dei soggetti disabili.

Per cercare di chiarire la situazione parliamo prima di chi più usare questa legge in modo diretto, come i soggetti disabili al 67%. In questa fascia rientrano:

  • Persone che hanno limitate capacità motorie oppure mentali
  • Soggetti anziani con malattie debilitati
  • Utenti con patologie degenerative
  • Persone che hanno una disabilità provvisoria

Tutti possiamo avere con gli anni una disabilità che vada ad essere degenerativa per il proprio lavoro. Per esempio, quando si è cardiopatici, già intorno ai 60 anni si rischia di avere a che fare con una forte diminuzione della forza fisica e ci si affatica facilmente. Dunque non possiamo più svolgere, ogni giorno, la stessa mole di lavoro che si poteva fare prima, anzi è normale che in alcuni giorni ci si senta particolarmente stanchi oppure perfino con alterazioni dello stato fisico “normale”.

Qui si ha diritto di avere dei permessi di malattia o comunque con giusta causa, per esentarsi dal lavoro. Utili quindi per le fasi acute di malessere. Ovviamente occorre che ci siano dei certificati e che si abbia la possibilità di dimostrare che si sta male e che di conseguenza si è impossibilitati a eseguire il lavoro in modo tradizionale.

La Legge 104 può essere utilizzata perfino da persone sane, ma che si devono occupare di un soggetto disabile almeno all’80% fino al 100%. Intanto essi hanno diritto, se il tipo di lavoro che svolgono, di operare da remoto. Questo per consentirgli di aiutare e sostenere pienamente il proprio disabile. Ovviamente il disabile deve averlo come tutore oppure far parte del suo nucleo familiare.

Per entrambe le fasce di lavoratori si ha diritto di avere dei permessi extra, ovviamente maturano le ferie nonostante utilizzino i permessi, hanno la malattia e le agevolazioni che sono rivolte per migliorare il lavoro. La Legge 104 è dunque molto, ma molto importante, ma è vero che poi ci sono coloro che se ne approfittano, che non ne hanno diritto, mettendo poi in difficoltà sia l’azienda, i colleghi e chi ne ha bisogno.

Quando un’azienda deve chiedere un Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè

Le aziende o comunque tutti coloro che hanno assunto delle persone disabili, quando rilasciano dei permessi o delle malattie hanno una spesa da sostenere. Quest’ultima viene versata allo Stato, avendo poi delle agevolazioni o detrazioni, ma comunque si deve versare. C’è poi il pagamento del salario della persona in permesso o malata e ci potrebbe essere la necessità di un altro dipendente. Dunque sono tutte delle spese che sono esose per il proprietario o per l’azienda.

Purtroppo essi poi non hanno nemmeno il diritto di licenziare il lavoratore, ma qui spieghiamo cosa li blocca. Un disabile che ha bisogno di stare spesso a casa rischia di essere una spesa continua per l’azienda che deve poi avere un altro lavoratore che sostituisca quello in permesso o in malattia. Per l’azienda sarebbe molto più conveniente licenziare il soggetto. Se però quest’ultimo ha effettivamente delle disabilità, licenziarlo vuol dire metterlo in difficoltà per la sua sopravvivenza. Ecco che quindi la legge dice che non è possibile licenziarlo.

Dall’altro lato è possibile che ci sia un abuso del diritto del disabile oppure delle persone che devono assistere un disabile. Questo vuol dire semplicemente che il soggetto richiedente dei permessi, non ne ha diritto e si sta approfittando della Legge 104. Tant’è che percepisce come e comunque il denaro, ma senza provvedere al giusto lavoro che gli si richiede.

In quest’ultimo caso è possibile licenziarlo, ma per farlo deve presentare delle prove che sono quelle che nascono da un’eventuale Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè.

Cosa prevedono i permessi della legge 104?

Esistono delle differenze tra coloro che possono usare i permessi offerti dalla Legge 104. Per i soggetti disabili in modo diretto, cioè che hanno difficoltà motorie oltre che psicologiche, è possibile che ci siano dei permessi extra. Il datore di lavoro, non appena il soggetto presenta dei certificati che diano la certezza di qualche peggioramento fisico, è tenuto a non rifiutarli.

Solo che ci deve essere un valido motivo che è identificato direttamente nel certificato medico. Non è che un giorno ci si alza un pochino stanchi, svogliati perché non si vuole andare al lavoro e aspettarsi che il datore di lavoro accetti. Questo comportamento vuol dire abusare di tale legge.

Le persone che invece devono assistere un disabile hanno una “somma” di giorni mensili di permessi che si possono usare in modo da svolgere tute le attività necessarie. Questo vuol dire che se li vediamo che vanno in giro a fare la spesa oppure a pagare delle bollette, potrebbe essere normale e non va contro alla legge in questione. Ovviamente tutte queste azioni devono essere rivolte completamente o in parte, al sostegno del soggetto disabile. Se per esempio si va a pagare una bolletta, essa deve essere intestata al disabile che si sta assistendo.

Quando invece il soggetto che ha chiesto il permesso per andare a fare shopping oppure per dedicarsi a qualche giornata di relax in SPA, qui c’è un abuso della Legge 104.

Se beccati in questi atteggiamenti è possibile riceve il licenziamento. Se poi la cosa è recidiva, il datore di lavoro denuncia il danno ricevuto perché per mesi ha pagato all’Inps i contributi e al dipendete il salario, senza ricevere il lavoro necessario.

Tale danno risarcitorio viene discusso in tribunale, ma occorre presentare delle prove chiare e limpide, sia per il risarcimento che per avere poi la possibilità di fare un licenziamento per giusta causa. In poche parole dovreste contattare un Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè per avere quello che vi occorre.

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Il licenziamento per giusta causa per l’abuso della legge 104

Capita spesso che i datori di lavoro si insospettiscano quando si ha a che fare con dei dipendenti che richiedono continuamente dei permessi “attaccandosi” alla legge 104. Affidarsi ad un Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè rimane l’unica cosa da fare perché il sospetto non legittima alcun licenziamento.

Mettiamo caso che ci sia stato un datore di lavoro che ha incontrato il proprio dipendente mentre faceva shopping, quindi c’è un primo abuso. Purtroppo la sua testimonianza non ha valore perché lui è interessato al licenziamento e di conseguenza è compromessa. Se però esso viene fotografato o video registrato, da un Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè, allora si ha la possibilità di denunciare la situazione e quindi di procedere al licenziamento per giusta causa.

Un investigatore privato è un professionista imparziale che deve fornire tutte le prove dovute che siano poi a norma di legge. Un lavoro che quindi consente di potersi fidare di quello che fornisce come documenti e prove di vario genere.

La giusta causa è qualcosa di fondamentale per non avere poi dei problemi con la legge. Senza che ci siano delle prove tangibili si potrebbe soffrire di una controdenuncia da parte del dipendente con richiesta risarcitoria e perfino con il reintegro del posto di lavoro.

Un danno aziendale che porta via denaro e che di conseguenza rimane una cosa da evitare. Inoltre il datore di lavoro, essendo un privato, non può assolutamente spiare un’altra persona. Le sottigliezze che ci sono tra chi può e chi non può fare determinati lavori, sono molto sottili.

L’Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè lo piò fare perché lui ha delle certificazioni professionali che gli consentono di operare sempre e comunque nel rispetto della legge, cosa che invece non piò essere certa nei privati.

Cosa si può fare quando ci sono le prove di un abuso della legge 104?

Ovviamente assumere un Investigatore Abuso Legge 104 Coppedè non è certo una cosa che si fa tutti i giorni, anzi è un impegno serio che le aziende e gli imprenditori, richiedono quando i sospetti iniziano ad essere continuativi oppure quando c’è il rischio di avere a che fare con delle situazioni che riguardano una fuga di denaro per il pagamento dei salari e di tutti gli altri permessi dati.

Infatti è per prevenire o mettere termine ad un contratto di lavoro che è diventato ormai dispendioso.

Dunque è normale che ci sia una richiesta iniziale, cioè sapere cosa si possa fare con una documentazione chiara data proprio da parte di questi investigatori.

Nel momento che è ormai certificato che ci sono stati degli abusi, il soggetto può essere licenziato in tronco, con giusta causa. Inoltre si potrà denunciarlo per il risarcimento del denaro che è stato percepito in modo illegale.

Oltre a questo lo si può citare in giudizio per truffa allo Stato. Infatti il titolare ha pagato l’INPS per versare i contribuiti che gli devono essere restituiti. Nel frattempo il soggetto ha abusato anche di altre agevolazioni che sono messe a disposizione direttamente dallo Stato e quindi è un soggetto “infedele” verso il Governo.

La truffa allo Stato porta il soggetto ad avere un debito, cioè dovrà pagare il risarcimento dei contributi che verranno restituiti al datore di lavoro, ma rischia perfino 6 mesi di carcere detentivo perché ha commesso un reato molto gravoso nella totale mancanza di rispetto della legge.

Non conviene assolutamente abusare di questa legge, ma nonostante tali conseguenze, ritroviamo comunque soggetti su cui è meglio indagare.

Scoperta di un secondo lavoro

Tanto per riuscire a capire quanto sia importante servirsi di un investigatore specializzati, vediamo quello che è stato scoperto nello scorso anno da parte di questi professionisti. Circa il 60% di coloro che richiedevano dei permessi affidandosi alle Legge 104, senza averne diritto, addirittura svolgevano un secondo lavoro, in nero, per altri competitor dell’azienda per cui essi lavoravano assunti a norma di legge.

In questo caso è necessario denunciare l’accaduto sia per il risarcimento che dei salari versati, ma perfino per eventuali infedeltà lavorative che dunque hanno contribuito a creare un ulteriore danno all’attività lavorativa. Anzi l’investigatore privato che sta investigando potrebbe addirittura eseguire degli approfondimenti in modo da aiutare l’azienda a comprovare che ci sono stati dei danni di immagine o di un abbassamento dei guadagni e contatti con dei clienti.

A questo punto avrete tutte le armi per fare sia la denuncia, ma per bloccare la concorrenza sleale che, a quanto pare, opera in modo dannoso creando una concorrenza disonesta anch’essa punita dalla legge e che attualmente è in vigore.

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