MOLESTIE

Esistono, purtroppo, molteplici sistemi per molestare qualcuno. I più frequenti, negli ultimi anni, sono i casi di stalking, cioè molestie via mail o via sms. La vittima è quasi sempre donna e il molestatore è di solito un ex fidanzato abbandonato o di un corteggiatore respinto che, ferito nell’orgoglio, non accetta la fine della relazione o il rifiuto della donna e da inizio ad una serie di molestie che possono arrivare sino alla vera e propria persecuzione volontaria e continuata.
Ricevi telefonate anonime mute o interrotte o squilli telefonici? O ancora peggio le telefonate che ricevi contengono voci ansimanti o contenuti ingiuriosi e minacciosi?
Oppure le molestie sessuali nell’ambito lavorativo. Ti hanno mai mostrato materiale pornografico? O magari ti è capitato di vederlo esposto o te lo hanno spedito per posta elettronica? Oppure è capitato si essere vittima di osservazioni allusive o di sentire raccontare barzellette sessiste. Ancora peggio quando il molestatore si lascia andare in contatti fisici molesti e palpeggiamenti, ad approcci e pressioni per ottenere favori di natura sessuale, magari abbinandoli alla promessa di vantaggi e/o alla minaccia di svantaggi.
Ancor più grave, e molto frequente, è la violenza domestica che si consuma all’interno del rapporto di coppia. Ha come caratteristica prevalente la violenza verbale e psicologica, ma non solo, sono infatti frequenti le percosse, le minacce e l’imposizione del rapporto sessuale.
La maggioranza delle vittime (che sia stalking, molestia sul posto di lavoro o violenza domestica) non denuncia il fatto. Dal libro di Caterina Soffici, “Ma le donne no. Come si vive nel Paese più maschilista d’Europa” (Feltrinelli): “le discriminazioni esistono anche all’estero, ma mentre là è possibile andare in tribunale per far valere i propri diritti, in Italia le donne si lamentano alla macchinetta del caffè e nei corridoi degli uffici. Anche da noi è possibile andare in tribunale, ma quasi nessuno lo fa. Esistono leggi a tutela delle donne, leggi contro le discriminazioni, leggi a tutela delle pari opportunità. Ma non vengono applicate e le donne stanno zitte, non reagiscono.”
E non lo fanno per vergogna, paura o persino “auto” negazione ma soprattutto non denunciano la violenza o la molestia perché sono convinte che non otterranno nulla se non maggiori problemi. In effetti le forze dell’ordine sono impotenti in casi come questi, mancano le prove, ci sono solo le testimonianze delle due parti in causa. E spesso si finisce davvero in guai maggiori.
Affidarsi alla professionalità di un investigatore privato porterebbe ad ottenere le prove necessarie per portare il molestare in tribunale. Vuoi fargli pagare le sue colpe?

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